Nel post di giugno vi avevo promesso qualcosa di più, ed ecco la mia ultima fatica: L'ARCANGELO MICHELE E IL DRAGO
é un'icona che nasce come studio
personale di un soggetto, con la supervisione
del maestro (Giovanni Raffa).
Abbiamo lavorato nel mese di Luglio, a Niguarda (MI) all'interno di un corso
nato per far conoscere e divulgare la pratica delle Icone di misura (quelle regalate ai bambini in occasione della loro
nascita; di misura in quanto hanno la lunghezza del bambino, e la larghezza
delle spalle).
Detto questo capite chiaramente che la mia
non è un’icona di misura ma è
complicato spiegarvi come sia approdata a quel corso con una tavola più grande del dovuto (40 per 50).
Veniamo al lavoro svolto: ho guardato
diversi soggetti prima di abbozzare il disegno: quello che maggiormente ha
ispirato la mia composizione è un’icona del XII secolo che rappresenta il miracolo di San Michele a Chonae
conservata nel monastero di Santa Caterina in Sinai.
Ero partita dall'idea di rappresentare Michele come “Forza di Dio”, “Chi è come
Dio”, quindi come un guerriero possente, capo delle milizie celesti, liberatore del Male incarnato nel drago apocalittico.
Riflettendoci meglio ho pensato che la forza di Dio non è quella dell'uomo,
non è violenza che sottomette, non è potere che schiaccia, non è nel vento
impetuoso, nel terremoto o nel fuoco, ma è
nella brezza leggera, che accarezza il profeta Elia, alla ricerca di Dio,
sul monte sacro (1Re19,9-13).
Forte di questa intuizione, mi sono
stupita di trovare in quell'icona bizantina un Michele così delicato, la trasparenza delle vesti e la delicatezza
dei gesti e dell'anatomia facevano al caso mio.
Le
ali le ho viste su un
affresco (non mi ricordo da dove provenga, Giovanni lo conosceva quindi deve
essere abbastanza famoso), ho trovato interessante la cadenza “dell'assist
bianco” che ricorda lo scorrere
dell'acqua in grado di modellare la
roccia con la sua delicatezza e costanza.
Anche il
drago lo volevo bello, seducente, nella mia idea c'erano colori caldi, vivaci.
Le ali e l'anatomia principale sono state prese da un San Giorgio russo, ma i colori me li hanno suggeriti le icone con draghi fatti ultimamente dai
miei maestri; le bestie che fa Laura sono così attraenti che spiegano la caduta
di molti nei confronti del male.
In
fine l'atteggiamento dell'uccisione, della sconfitta del maligno, non come una vittoria
preannunciata ma come una dolorosa necessità, come se, malgrado tutto, ci
fosse un legame profondo tra le due creature, e questo triste epilogo ricucisse
ciò che la rottura (Diabolo) avesse sfasciato: l’equilibrio iniziale tra creatura
e Creatore.
La mia intuizione mi piace molto, ecco
perché l'icona non mi soddisfa pienamente; aldilà delle difficoltà e dei limiti
che sperimento ogni qualvolta mi confronto col mio maestro, l'amarezza che ho nel considerare questa
icona finita è quella di non essere un’iconografa
così in gamba da riuscire a trasmettere, con questo mezzo, idee così importanti.
L'unica nota positiva: un’iniezione
infinita di umiltà, che ogni tanto non guasta; Paolo diceva ai Corinzi: “Quando
sono debole è allora che sono forte!”, chissà se anche per gli iconografi questa
massima funziona?
Ciao Rossella,
RispondiEliminaletto il post, davvero belle le immagini del tuo ultimo lavoro.
Esprimere in una sola parola il mio pensiero........ sicuramente "delicato".
La trasparenza dell'arcangelo incarna quello che è il mio personale pensiero di questa entità, eterea, impalpabile, l'utilizzo del lapis è stata una scelta davvero coerente e di ottima maestria professionale.
Sicuramente non mi è facile distogliere lo sguardo, mi da un senso di serenità, è non è da tutti realizzare qualcosa del genere. Complimenti!!!
Beh, l'idea di prenderlo a modello mi ispira, vediamo cosa ne verrà fuori? ti aggiorno al prossimo post......
un abbraccio Antonio, e un saluto a Marcella.
Ciao Antonio, grazie per scrivermi; ai primi di Agosto vedrò Giovanni e Laura sentiamo il loro parere (sono sempre molto più critici...)a me non convince il volto, quando l'ho disegnato era molto più incisivo,sono incerta sullo sfondo rosato e le montagne, sarebbero da rifare totalmente,anche il drago necessita di qualcosa... non saprei, non è facile creare icone nuove, perché i modelli classici di riferimento funzionano sempre meglio dei nostri, mi correggo, meglio dei miei! Quando sento Marcella te la saluto, un abbraccio e buone vacanze se non ci si scrive prima.
RispondiEliminaNon è facile creare dei nuovi modi di scrivere modelli? la forza dell'avere dei Maestri alle spalle è proprio questa, sviluppare il proprio occhio a corregere quello che a nostro avviso non ci soddisfa.
EliminaO meglio, trasferire, quello che è il nostro cervello ha immaginato per quel soggetto. Semplice non lo è di sicuro, e se penso che ogni nuova icona, è dare il meglio della precedente, capisco la tua visione.
L'icona deve trasmettere serenità, preghiera, riflessione sulla vita, e sinceramente dalle immagini che vedo nel post, corrispondono appieno.
un abbraccio, antonio.
complimenti, il tuo S giorgio e' molto bello.. devo smentire le tue ultime parole del post perche' le idee che hai descritto a parole si leggono perfettamente nella tua Icona.
RispondiEliminal' unica cosa che per me disturba un po',se posso permettermi, e' la "texture" che hai dato alla montagna, la pennellata mossa nel fare il terreno forse si confonde un po' con la squamatura del drago e lo fa risultare meno incisivo.
..Sicuramente terro' presente questa tua versione in un mio prossimo S.Giorgio.. ancora complimenti sei molto molto brava !
Ciao Fabia, grazie per scrivermi; hai ragione pensa che la parte scura e sottile, sotto la pancia del drago, l'ho aggiunta dopo proprio per evitare che si perdesse nello sfondo.A presto!!!
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