venerdì 7 settembre 2012

L'ennesimo fallimento della protezione finale



Vorrei aprire una parentesi autunnale, affrontando per l'ennesima volta il tema spinoso ed irrisolto della protezione finale che si applica alle icone.
Chi segue il mio blog sa la mia predilezione per l'edelwachs.
Cercando di non contraddire (come faccio troppo spesso) il mio maestro, questa estate ho protetto l'icona della Madre di Dio del Segno con uno dei suoi metodi: un intruglio celtico (il "celtico" lo aggiungo io, sa più di pozione magica) a base di olifa, copale, trementina o whitespirit.




Per scongiurare ogni eventuale errore ho aspettato pazientemente il mese d' Agosto, che ci ha visti riuniti, per la seconda volta, a Desio.
Sta di fatto che seguendo passo a passo le sue direttive ho: scaldato la tavola al sole brianzolo, passato un primo strato d'intruglio con un pennello non troppo carico, coperto la tavola con la carta da forno (per evitare che polvere e peletti si attaccassero) e lasciato marinare il tutto in una stanza vuota.
Dopo tre giorni ho ripetuto la procedura sempre seguita a vista da Giovanni.
Purtroppo la convivenza è finita e la tavola non era ancora pronta, quindi, sempre osservando le sue esplicite parole, tornata a casa avrei dovuto dare il terzo strato.
Uso il condizionale perché non tutto è filato liscio.
Vi è mai capitato di fare qualcosa facilmente perchè seguita da un esperto e non appena questi esce dalla tua vita cadere nel baratro del caos più assoluto? A me succede quasi sempre con tutto ciò che è tecnologico, idraulico e con la mia caldaia in particolare.
Tornando all'icona in questione, non appena lasciato Giovanni, l'intruglio si è guastato, uno strato di pellicina sospetta aleggiava sull'olio. Avrei potuto rifare la "pozione" ma mi mancava un ingrediente, la copale, che a Desio mi aveva prestato un'amica, inoltre il tempo era mio nemico, il giorno dopo partivo per la Spagna.
Una telefonata ai maestri forse avrebbe dissipato il dubbio ma, per non far la figura della solita imbranata, raccogliendo ciò che restava del mio orgoglio ferito, decisi di ungere per la terza volta.
Ora sono ritornata dal mare: vacanze finite, estate finita, icona rovinata... croste lucide campeggiano sui panneggi e sugli incarnati, la protezione si è rappresa in piccole chiazze che  non credo si uniformino continuando a passare strati su strati.





Se questo era l'ennesimo tentativo per convincermi a lasciare da parte l'edelwachs, è fallito miseramente!
Fortunatamente l'icona non la devo consegnare, ed ho tutto il tempo per decidere il da farsi.
Chiamare il mio maestro?... Sto ancora aspettando il coraggio e la pace interiore.

PS: so che dalle immagini sembro la solita pessimista esagerata, ma vi assicuro che, in questo caso, le foto non rendono l'idea, migliorando e nascondendo i difetti, che, visti dal vivo, non perdonano.