sabato 24 aprile 2010

Un po'di storia





Una domanda che mi fanno spesso è come ci si imbatte nel mondo delle icone.
Il primo approccio di solito è casuale, come se queste immagini ti cercassero da sempre.


La prima icona che ricordi l'ho notata al liceo, durante una lezione di storia dell'arte, era la Vergine di Vladimir, da allora ho subito una specie di attrazione irrazionale nei confronti di queste immagini sacre.




All'università l'affinità puramente estetica che provavo nei loro confronti si è trasformata in una seria ricerca teorica più legata ad un significato teologico che pittorico (...seria?!? ... per quanto si possa essere seri in una città come Salamanca a vent' anni!!! Chi ci ha vissuto sa a cosa mi riferisco!!!) .
Ma io volevo dipingere un'icona, so che si dice "scrivere" ma nel mio caso dipingere è più appropriato: volevo sporcarmi con i colori , toccare il legno, entrare in contatto con il modello, non solo intellettualmente o spiritualmente ma anche sensorialmente, con gli occhi, con il tatto, con l'olfatto, con il cuore.








Purtroppo ai tempi non sapevo dove andare, non esiste nella chiesa cattolica un biennio teologico di specializzazione in iconografia cristiana (abbiamo: Spiritualità, Dogmatica, Cristologia, Liturgia, Bibbia, Sacramentologia, Pastorale, Patrologia...ma niente  Iconografia).
Otto anni fa inoltre la mia famiglia era troppo "giovane" per potermi spostare liberamente, così decisi di provare a dipingere da sola, leggendo manuali e sperimentando colori, tecniche all'avanguardia... insomma... un disastro... che però ai tempi non riuscivo a quantificare, il mio motto era questo: un iconografo dovrebbe essere prima di tutto un teologo, un uomo spirituale ed in fine un pittore l'ultima parte, nel mio caso, era abbastanza fatiscente, ma con le altre due compensavo abbastanza bene quello che mi mancava(perlomeno sulla carta!?!).
Cosi ho passato i miei primi quattro anni di iconografia vagando nel buio più completo, senza confronto, senza un vero e proprio metodo, in compenso dipingevo tantissimo, ma cosa stavo facendo? ...e come lo facevo?
Poi, sempre per caso, come se fossero loro a cercare te e non viceversa, ho scoperto un corso di icone ed ho deciso di "migliorare" la mia tecnica, che intuivo un po' rozza!!


Mai avrei immaginato di vivere un'esperienza così sconvolgente, l'unica metafora che mi viene alla mente è quella di un deserto bagnato inaspettatamente da una fresca pioggia rigeneratrice: avevo conosciuto Giovanni Raffa, il mio maestro, e con lui tutto un mondo di iconografi seri ed impegnati che facevano di questa professione,una vera e propria missione.



Da quel momento non li ho più lasciati, tutto quello che fino ad allora credevo di sapere è sfumato per poter seguirli piano piano con un atteggiamento di autentica umiltà (umiltà che come dice  Santa Teresa d'Avila significa "andar en verdad").

















2 commenti:

  1. complimenti queste icone sono stupende, mi può togliere una curiosità?
    Lei quanto tempo impiega ha fare un icona?

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  2. Questo Anonimo mi risulta famigliare, riconosco lo stile ortografico...:)
    Ad ogni modo, GRAZIE!!! Non rispondo alla tua domanda perchè sai quanto tempo dedico alle icone...a volte troppo, trascurandovi un po'. Ricordati però: le icone più belle che Dio mi ha donato siete voi.
    Ti voglio bene!!!
    La mamma

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